Oggi sabato 12 dicembre 2009 sono stato invitato a partecipare ad una giornata di turismo in città, insieme ad altri stranieri. L’appuntamento è per le 8,15, esco in gran fretta dopo una doccia e mi avvio verso la macchina della responsabile, dopo essere salito parto alla volta di una scuola media. Appena arrivato all’ingresso mi accorgo che ci sono moltissime macchine, e penso… oh cazzo! è un’altra di quelle giornate..
Scendiamo dalla macchina, superiamo il grande cancello che delimita l’ingresso della scuola ed entriamo. Una serie innumerevole di signorine e signorini parlando un inglese stentato ci accompagnano verso l’entrata dell’aula magna, all’interno sono raggruppati un centinaio di stranieri. Mi siedo e conosco subito un tizio che avrà avuto 60 anni Neozelandese. a pranzo scoprirò poi che oltre ad avere una decina di figli sparsi per il mondo, è stato anche campione del mondo di rugby con gli All blacks, incredibile. Appena mi siedo una marea di ragazzini si avvicinano e iniziano a chiedermi cosa penso della Cina e della loro scuola. Mi hanno colto un po’ impreparato perché sinceramente non avevo un’idea ben precisa sulla scuola, dico a tutti che sono felice di essere li e che sono molto carini e simpatici.
Dopo un’introduzione sulla storia della scuola, che è stata fondata nel 1938, un’età così remota a sentirli… ci portano in un’altra aula magna dove assistiamo ad una rappresentazione… sul palco si alternano studenti o ex studenti che fanno delle performance di canto e ballo, al termine un gruppo di ragazzine in minigonna fa un balletto sexy per mettere tutti d’accordo. Cosa importante i ragazzini che vedo nelle scuole in queste occasioni dicono tutti di avere 16 anni. Allora, io insegno a ragazzi di 16 anni e fanno l’ultimo anno di superiori, come fanno ad avere 16 anni anche alle medie? Scommetto che se fanno un’altra rappresentazione per gli stranieri in una scuola elementare di sicuro gli alunni di quella scuola avranno 16 anni. Dopo la seconda rappresentazione andiamo nella palestra dove c’è una dimostrazione di Taijiquan, io che ormai sono un veterano.. ho imparato tutta una sequenza… mi unisco a loro. Poi è la volta della palestra dove si gioca una partita simbolica a Basket, Cina-Resto del mondo, qui conosco dei danesi.
I danesi sono 16, alti tutti 1.80, biondi, occhi azzurri e alcuni con fare da bruti, beh insegnano in un asilo, a bambini dai 3 ai 6 anni. A pranzo scoliamo tre o quattro birre in grande simpatia con un Canadese che continuava a sfottere la qualità del cibo cinese, della birra cinese e della Cina insomma, non che non approvassi, anzi aveva tutto il mio appoggio, però c’erano due cinesi al tavolo ed eravamo ospiti a pranzo, è stato molto scortese. In questa occasione ho scoperto che di 50 o più stranieri ero l’unico che parlava cinese discretamente e l’unico che conosceva la Cina dal punto di vista artistico, storico, politico, economico, e mi sono reso conto della grande differenza di impatto che sussiste tra me e loro. Loro vivono quello che vedono, assorbono i momenti ridono delle stranezze, non capendo la lingua non comunicano sostanzialmente con la popolazione, io invece vivo con loro ogni giorno ed il mio background di studi a Venezia mi porta ad avere un occhio critico su quello che vedo, rifletto e cerco di capire questa società che solamente sui libri ho studiato, analizzo i comportamenti e cerco di comprenderne il significato. Per esempio, quando ci hanno presentato la scuola media, ce l’hanno presentata come se fosse una fabbrica di cervelli, elencando tutti gli ex-studenti che sono stati ammessi nelle migliori università cinesi, inoltre tutto è sempre ricamato da fraseologia tipicamente propagandistica, un domani ancora più luminoso e il futuro radioso sono le frasi di rito. Come mi ha fatto notare la mia collega, è un merito per una piccola scuola come quella ai margini di una città di provincia avere degli ex-studenti nelle migliori Università della Cina, però la cosa che mi ha colpito è stata come si sono svolte le spiegazioni dei dirigenti e poi le successive esibizioni dei ragazzi, è lontano dall’immaginario occidentale di una visita ad una scuola. Da noi se visiti un edificio scolastico si parla di didattica e metodologie di insegnamento, si parla della struttura e dei confort che gli studenti possono trovarne all’interno si parla delle iniziative culturali che la scuola propone, e magari si c’è una rappresentazione, qui no, qui oltre alle rappresentazioni dei ragazzi ci sono i dirigenti che arrivano con i loro grafici a torta con le statistiche.. brochure con foto della scuola talmente ritoccate che non sembra nemmeno essere la stessa. A me sembra tanto che questa sorta di ideologia capitalista che hanno adottato, ma che poi capitalismo non è, sia una confusa e sfrenata imitazione degli stili di vita e delle forme di gestione occidentali senza però una reale presa di coscienza di quello che rappresentano, sembra quasi che sentano un forte senso di inferiorità che deve essere colmato, perciò mostrano agli stranieri quanti progressi stanno facendo, quanto sono moderne le loro brochure, le loro fabbriche e le loro scuole.
Dopo pranzo ci hanno portato a visitare un’ industria che è all’avanguardia per la produzione di sistemi fotovoltaici, energia pulita, suona come una grande cosa, ma la Cina e l’area di Changzhou hanno il livello di polluzione dell’aria più alto al mondo, sempre più persone si ammalano di tumore alla pelle e molti bambini nascono con malformazioni, in aggiunta a 300 mt dalla mitica fabbrica Hi-tech che si propone leader innovativa sul mercato del solare ci sono donne che lavano i vestiti a mano in acquitrini naturali sul ciglio della strada, perché in casa non c’è acqua corrente. A me questa ipocrisia fa incazzare. Peccato che gli Americans che ho conosciuto non sembravano molto riflessivi, intanto la Cina acquista potere internazionale in termini di riserve di valuta pregiata, visto che non li usano per eguagliare il livello di vita della popolazione. Noi europei non dobbiamo rimanere incantati dalla skyline di Shanghai e dagli edifici olimpici di Pechino, la Cina è ancora un Paese rurale in cui l’agricoltura è di sussistenza, per giunta minacciata dal sempre maggiore inquinamento, Un paese in cui la felicità delle persone è solo un miraggio.